Come scrivere una newsletter aziendale
In questo articolo eviterò paroloni come i trucchi migliori per scrivere una newsletter o l'unico modo al mondo per ottenere successo con una newsletter.
La newsletter è un strumento per aggiornare la propria lista contatti con le ultime offerte, avvenimenti rilevanti per la propria azienda o il proprio settore di Business.
Quando prepari una strategia aziendale arriva il momento in cui è fondamentale restare in contatto con i propri clienti e potenziali utenti, la strategia può portare alla creazione di un piano editoriale e il relativo monitoraggio dei risultati se stai usando il tuo sito web.
La newsletter deve avere una finalità
Sembra banale scrivere che la newsletter deve avere una finalità, ma ti sarà capitato di leggere una newsletter per poi chiedersi alla fine: è tutto qui?Ovviamente la newsletter è una sorta di comunicato stampa, molto lontano dalla logica dei social dove ci si aspetta un confronto diretto con una platea. Potrà capitare che l'utente interessato compia un'azione ma sarò a senso unico nei confronti dell'impresa, come ad esempio la richiesta di maggiori dettagli.
Alcune imprese tendono all'inserimento dei plugin social, consentono di condividere la newsletter in diversi social, ma lo strumento resta comunque nel contesto di un comunicato stampa.
Quello che la newsletter deve porsi come obiettivo è l'interazione con l'utente, scatenare il suo interesse è di vitale importanza, solo cosi sapremo a cosa è interessato.
La newsletter con la call to action
In gergo tecnico chiamata con l'acronimo CTA la call to action è un parametro per monitorare l'interesse dell'utente. Si tratta di posizionare all'interno della newsletter dei pulsanti, foto o testo che abbiano dei link di rimando sul tuo sito web, oppure su una pagina specifica del tuo sito web c.d. landing page.In questo modo si studia l'interazione degli utenti, se preferiscono un pulsante, un testo piuttosto che una foto per approfondire un contenuto e vedere i dettagli dell'offerta in corso per migliorare le future newsletter.
La newsletter con immagini, tanto testo o poco testo
Non esiste una regola universale che sia in grado di sbrogliare questa matassa, tanto testo oppure poco testo per scrivere una newsletter aziendale? La risposta come sempre si trova nel mezzo ed è dipende.Dipende dal proprio target di riferimento, se è affamato di dettagli e il settore lo richiede è necessario soddisfare questa esigenza, sempre tenendo conto che l'obiettivo è scatenare un'azione. Oppure poche immagini significanti e poi un bel link per inviare al tuo sito web per approfondire quel progetto con tutte le relative foto o video fatti, ordinate in una galleria progetti.
La newsletter e la frequenza di invio
La strategia di comunicazione stabilirà non solo la frequenza ma anche l'eventuale fascia oraria per l'invio della newsletter.Ci sono siti e-commerce che inviano una newsletter qualche giorno dopo la tua visita e ti ricordano che l'oggetto che guardavi sta finendo, oppure ti sta aspettando nel carrello, altre volte chiedono una recensione e ci sono sempre altri articoli da mostrare "altri utenti hanno visto anche questo oggetto"
Altre imprese valutano l'invio della newsletter in base alla profilazione cioè in base alle azioni che gli utenti hanno compiuto nelle newsletter precedenti, ad esempio l'utente apre tutte le newsletter ma ha cliccato soltanto quando ha visto l'argomento di fatturazione elettronica
In questo scenario se l'azienda è in grado ed è autorizzata alla profilazione invierà all'utente altri approfondimenti legati a quell'argomento, magari alla creazione di credenziali SPID con Aruba per l'accesso al sito di Fatture e Corrispettivi dell'Agenzia delle Entrate AdE o per spiegare come funziona il cruscotto digitale di Aruba per la gestione delle fatture elettroniche
Quindi la frequenza dell'invio della newsletter bisogna stabilirla in base ai contenuti da fornire, cosi come stabilire l'orario migliore per inviarla.
Se non ci sono aggiornamenti bisognerebbe evitare l'invio, potrebbe essere una perdita di tempo per l'utente aprirle che lo porterà in futuro ad evitarle, vanificando ogni tuo sforzo per creare contenuti di qualità.
La newsletter e l'aspetto legale del GDPR
Dall'entrata in vigore del Regolamento UE 2016/679 nel 25 Maggio 2018, cioè dalla sua applicazione, infatti il regolamento risale ad Aprile 2016, si è scatenato il panico per chiunque gestisse una newsletter, paura di ritorsioni, segnalazioni, multe, apocalisse e naturalmente la fine del mondo, si è visto e letto di tutto.Cosi come per il millennium bug 2000 in cui era a rischio l'intera razza umana, siamo tutti sopravvissuti e senza particolari conseguenze, cosi è stato anche per il GDPR in questo scenario.
Per la corretta gestione degli indirizzi email e l'invio della newsletter non è sempre necessario essere autorizzati dagli utenti finali quando sono persone fisiche o il loro indirizzo email è riferito alla persona fisica in azienda, ma ci sono dei paletti da considerare.
Se partiamo dall'ordine fatto da un cliente, quindi da una fattura emessa per una prestazione resa, e la prestazione in se non richiede all'impresa di conoscere dati considerati sensibili ma soltanto i tipici dati anagrafici e di contatto, l'impresa può non richiedere il consenso al trattamento, perché ovviamente l'interessato non può rifiutarsi, verrebbe meno la prestazione da erogare, in questo caso l'impresa, successivamente all'emissione della fattura può inserire il contatto del cliente nella propria rubrica newsletter avvalendosi del legittimo interesse a patto che le comunicazioni restino in tema con la prestazione resa. L'interessato in qualsiasi momento potrà esercitare il proprio diritto di non ricevere più le comunicazioni commerciali perché all'interno di ogni newsletter troverà il pulsante "non ricevere più queste newsletter" in bella vista e senza bisogno di dover sollecitare l'impresa per la rimozione.
Se partiamo da un utente, quindi non è ancora un cliente che ha richiesto un'informazione tramite il form dei contatti sul tuo sito web, allora la base del trattamento diventa quella del consenso, potrai inserire il contatto nella rubrica e inviargli una newsletter soltanto se l'utente durante la richiesta di chiarimenti, avrà spuntato una casella relativa alla voce "voglio ricevere comunicazioni commerciali" un box non selezionato e diviso dalle altre finalità per la quale i dati dell'utente vengono raccolti.
Se invece un utente ti chiede un preventivo, oppure incontri ad un convegno una persona che ti dai suo biglietto da visita nome.cognome@azienda.it non potrai inserirli nella tua rubrica in quanto manca un consenso esplicito degli utenti e non ci si può appellare ovviamente al legittimo interesse.
Conclusione per creare una newsletter aziendale
Anche questa volta ho confermato che non esiste un metodo giusto, ne unico, ne magico per scrivere una newsletter aziendale. La fuffomagia lasciamola a chi non sa di cosa parla. Il lavoro vero è quello quotidiano, dove il tuo target di riferimento è diverso dal mio, ha le proprie abitudini, le proprie necessità.Se non sei in grado di scrivere una newsletter o non sai se hai raccolto gli indirizzi email in modo adeguato, ti invito a visualizzare il mio profilo professionale che puoi consultare per capire chi sono e come posso aiutarti.
Se vuoi scoprire quali strumenti usare in modo efficace, quindi scegliere la piattaforma che offre il servizio di invio newsletter, creare la grafica della newsletter e pianificare l'invio monitorando i risultati puoi seguire il mio corso in aula o presso la tua sede sulle strategie di comunicazione sarai in grado di vedere quali strumenti puoi usare e come monitorare i risultati.
Se vuoi chiarimenti su questo articolo puoi contattarmi da questo sito o chiamarmi al3318671100
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