Posizioni di chiusura nella comunicazione
I gesti sono una delle caratteristiche del linguaggio umano: ci permetto di "descrivere" ciò che stiamo dicendo, di sottolineare dei concetti o di trasmettere emozioni e sentimenti.
Ognuno di noi ha la sua gestualità ed è un bene usarla in tutte le situazioni in cui ci troviamo a parlare, che sia tra amici o in una riunione; l'importante è essere il più possibile consapevoli dei gesti che utilizziamo soprattutto durante un meeting importante, ad esempio con un fornitore, con dei potenziali clienti o con un gruppo di investitori.
Il linguaggio del corpo infatti "parla" da sé: i nostri gesti hanno assumono uno specifico significato in base al contesto, all'interlocutore, al nostro stato d'animo e ad altri fattori esterni.
Per questo, in occasioni professionali è bene sapere quali sono i gesti che, se ripetuti per troppo tempo e troppe volte, possono comunicare sensazioni negative al nostro interlocutore, a prescindere dal contenuto del nostro messaggio.
Vediamo ad esempio i gesti di chiusura e il loro significato.
Tenere le braccia incrociate davanti al petto
Tantissime volte al giorno ci capita di tenere le braccia conserte, perché siamo stanchi o abbiamo freddo, e ci pare una posizione comoda. Se però stiamo parlando davanti a un pubblico, composto ad esempio di potenziali partner per coinvolgerli in un progetto, o a dei finanziatori, o a dei clienti, tenere troppo a lungo le braccia incrociate trasmette chiusura e un atteggiamento di sufficienza.Si crea infatti una barriera tra chi parla e chi ascolta, la gestualità è bloccata e si genera un distacco che poi è difficile colmare.
Mettere le mani in tasca
Vediamo spesso in una riunione o in tv persone di rilievo che tengono una o addirittura entrambe le mani in tasca. Apparentemente sembra un gesto disinvolto che ostenta sicurezza, ma a ben rifletterci la prima impressione che vi fa una persona che per tutto il tempo del suo discorso tiene le mani in tasca è proprio quella di "nascondere" qualcosa, le mani in particolare. Le tasche sono il luogo della nostra intimità, indicano ciò che non vogliamo condividere o vogliamo condividere solo in parte. Pensate per esempio ad un bambino che per nascondere qualcosa, mette le mani in tasca o dietro la schiena.Di conseguenza, le mani
in tasca comunicano quasi sempre imbarazzo, insicurezza, poca trasparenza, il
non sentirsi a proprio agio o inadeguati.
Gli "ammanettamenti"
Vien da sé quindi, che tutti quei gesti in cui non permettiamo alle mani di muoversi o le nascondiamo troppo a lungo mentre parliamo, sono da evitare poiché blocchiamo la gestualità, impediamo la corretta respirazione e comunichiamo chiusura.
Ecco altri esempi:
- La posizione del caporale: avete presente il generale che passa in rassegna le truppe, tenendo le braccia dietro la schiena e le mani unite, guardando dall'alto in basso i sottoposti e camminando avanti e indietro? Questa postura è prevalentemente maschile, anche se adottata da molte donne; se apparentemente comunica vulnerabilità perché mostra parti sensibili come il collo e il petto, è in realtà un gesto di sfida e autorità ("non mi puoi far nulla perché comando io!") e mette in evidenza il gran pettorale, simbolo di forza e virilità.
- La posizione di San Sebastiano: simile alla prima, il Santo nell'iconografia cristiana è rappresentato con le braccia legate dietro la schiena, e una mano all'altezza del gomito; delle frecce trafiggono il petto: è una posizione che denota aggressività repressa e passività ("colpitemi, non posso muovermi").
- La posizione del calciatore in barriera: una postura difensiva delle parti intime che, pur trovandola comoda in molti e pur avendo le mani allo scoperto, compromette comunque la gestualità e la respirazione ed è sempre un incatenamento.
Effetti indesiderati delle posizioni di chiusura
Inoltre, tenere troppo a lungo queste posizioni di chiusura genera 3 spiacevoli inconvenienti:
- poiché la gestualità è trattenuta, ma irrefrenabile, tenderemo a muovere i gomiti o a fare "spalluce", come tentativo di gesticolare lo stesso generando un effetto "paperella";
- poiché la muscolatura delle spalle si irrigidisce, si crea una situazione di blocco e contrazione man mano che passano i minuti e la tensione si scarica verso la parte bassa della schiena;
- conseguenza di questa "ingessatura" è l'inibizione della respirazione: gli avanbracci incollati al torace e la contrazione muscolare non permettono alle costole di muoversi appieno, il respiro viene accorciato e trattenuto nella zona dello sterno, producendo scarsa ossigenazione. Ecco che se parliamo per più di 5 minuti siamo "cotti"!
Una gesticolazione aperta e sciolta
Avere una gestualità naturale significa usare i propri gesti in modo armonico avendo l'accortezza di mostrare il più possibile i palmi ruotando i polsi: le mani aperte rappresentano trasparenza e condivisione, il biancore dei palmi è percepito da chi ascolta come un segnale di "pagina bianca, canale aperto", mentre la chiusura delle mani lancia un segnale di poca trasparenza.Se hai bisogno di un aiuto nella tua comunicazione verso clienti e fornitori e investitori contattami al 3318671100 oppure scrivimi direttamente da qui