Le 5 abilità del public speaking
Le 5 abilità di base di un public speaker sono il contatto visivo, la gestualità, la respirazione, la mobilità sui fianchi e la mobilità nello spazio.
Queste abilità si possono ricordare in modo molto semplice, infatti si identificano con 5 parti del corpo:
- Gli occhi
- Le mani
- La pancia
- I fianchi
- I piedi
La prima abilità naturale: il contatto visivo, gli occhi
Partendo dall'inizio, il contatto visivo è il primo segno di riconoscimento di un bravo oratore che riesce a stabilire da subito un legame con il suo pubblico. Questa connessione, empatica e naturale, è il principale mezzo di contatto con l'uditorio e un aiuto fondamentale per rompere il ghiaccio iniziale.D'altra parte il linguaggio comune anche in questo caso ci viene in aiuto, dicendoci che una persona che non guarda negli occhi il suo interlocutore "nasconde qualcosa", non è aperta e sicura di quello di cui sta parlando.
Nell'arco di tutta lo speech è importante che il public speaker guardi tutti, uno per volta: guardare negli occhi è un'abilità innata nell'uomo (pensiamo ai bambini piccoli, al loro sguardo intenso e penetrante), ma che perdiamo un po' nell'arco del tempo e che dobbiamo riacquisire discorso dopo discorso. È una tecnica semplice, che si impara facilmente con un po' di esercizio e qualche piccolo accorgimento che viene spiegato e messo in pratica durante il corso base, in cui si impara anche ad evitare alcuni "errori" comuni (primo fra tutti, il credere che fissare il vuoto o una persona specifica aiuti a mantenere la concentrazione su quello che si dice e a non farsi prendere dall'ansia degli occhi addosso!).
La seconda abilità naturale: i gesti, le mani
Scendendo al secondo punto, troviamo le mani: i gesti sono un importante sostegno alla nostra comunicazione, aiutano a descrivere, sottolineare ed esprimere con maggiore enfasi i concetti. È quindi sbagliato reprimerli! Giusto sicuramente è adeguarsi al contesto ed evitare di ripetere troppe volte e troppo a lungo gesti che ci danno sicurezza ma che comunicano nervosismo o chiusura (come lo sfregarsi le mani, o tenere le braccia conserte, per citarne due).Il mantra da ricordare è: lasciare che le mani seguano il loro "istinto", mantenendole aperte verso il pubblico, in segno di condivisione e liberandole da oggetti come penne e puntatori.
La terza abilità naturale: la pancia, la respirazione
Al centro, la respirazione, ovvero: la pancia, questa nota parte del corpo che quando siamo in ansia per una conferenza, un esame, un colloquio ci mette a dura prova! Respirazione e pancia: cosa c'entrano? Sono strettamente connesse, in quanto una buona respirazione, di pancia appunto (in gergo tecnico "diaframmatica") permette una migliore ossigenazione del cervello (quindi concentrazione e memoria in primis), un rilassamento della muscolatura addominale che altrimenti sarebbe contratta, irrigidendo così tutto il corpo, e una efficiente gestione delle emozioni.Con alcuni semplici esercizi si può imparare facilmente a fare dei cicli respiratori prima di uno speech, per realizzare una performance ottimale con la giusta adrenalina.
Basta ad esempio rilassare le spalle appoggiando la schiena alla sedia e i palmi sulle gambe (non accavallate); le piante dei piedi devono aderire al pavimento, mentre si ispira con calma con il naso e si espira con la bocca. 4/5 cicli respiratori sono sufficienti per sentirsi più calmi e al contempo pronti e preparati.
Con una corretta respirazione si usano in maniera efficace le pause, il tono della voce, e soprattutto si riporta il battito cardiaco a livelli accettabili. La respirazione profonda è ottima quindi per il rilassamento e riduce gli elevati livelli di stress e ansia, producendo un effetto calmante su corpo e mente ed evitando il così detto "vuoto di memoria" e l'attacco di panico.
La quarta abilità naturale: i fianchi, il bilanciamento
Passiamo ai fianchi: una buona mobilità permette ad uno speaker di rimanere morbido e flessibile, senza che si stanchi troppo. Spostare infatti ogni tanto il carico da una gamba all'altra, mantenendo il ginocchio su cui non si poggia il peso leggermente flesso e la punta del piede verso l'esterno, fa in modo che le gambe non si stanchino e che non si rimanga "impalati" davanti alla platea, soprattutto se ci si trova a parlare dietro a un podio, che copre fino a metà busto, con i microfoni davanti al viso. A questo proposito, scoprite in questo video chi è il maestro della flessibilità sui fianchi dietro a un podio.La quinta abilità naturale: mobilità nello spazio, i piedi
Sentire il contatto con la terra con tutto il piede, senza ancorarli in un punto solo come fossimo un lampione, spostarsi con disinvoltura davanti alla platea senza dare mai le spalle, andare verso il pubblico evitando però di invadere il suo spazio: forse questa è l'unica abilità che richiede un po' di pratica in più, ma che si può imparare facilmente ricordandosi di mantenere sempre una posizione semi-frontale quando ci si muove da un lato all'altro dello spazio a disposizione.Ricordatevi: la ripetizione continua è nemica del public speaker perché genera noia, quindi anche variare la propria posizione favorisce una maggiore connessione prima con una parte della platea e poi con l'altra. L'importante è sempre non strafare, ma rispettare la regola del: "mi fermo, poi riparto"..
Conclusione
Saper sfruttare appieno le 5 abilità di base vuol dire avere l'equipaggiamento necessario per fare una performance efficace, che porti al risultato sperato: arrivare al meglio al proprio pubblico.Naturalmente, saper guardare negli occhi, muoversi e gesticolare correttamente non basta a centrare l'obiettivo. Parte fondamentale è costituita dai contenuti, che vanno costruiti, arricchiti e assimilati: il public speaker efficace è colui che sa cosa dire e lo dice al meglio.
Per gestire il tuo Business e aumentare il tuo fatturato hai bisogno di mettere in pratica questi consigli; alcune persone hanno una dote innata, ma che va sempre affinata in funzione dell'obiettivo da raggiungere. Di sicuro, niente è impossibile.
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Ricorda che non posso dirti come fare il tuo lavoro ma posso aiutarti a comunicarlo meglio.